La Messina di Maria Costa è una realtà calata in una trama di umori, credenze, usi dai connotati inconfondibili. Della “sua” città, più che i fasti rinchiusi negli archivi della macrostoria, a lei interessa la realtà dagli esigui orizzonti entro i quali i protagonisti della “piccola storia” consumano la loro esistenza.

Nella sua scrittura non c`è nulla di intellettualistico o di astratto. Si prenda, ad esempio, il mare, una categoria che la Costa declina con un ampio registro di toni. Per lei il mare è tante cose messe insieme: paesaggio che dà il senso dell`esistere, scrigno che custodisce le vicende del tempo, mistero a cui gli uomini dello Stretto affidano le loro ansie e le loro speranze, cultura da cui i comportamenti delle genti dello Stretto emergono attraverso elementi primigeni, datori e mantenitori di vita. Luntri, buzzetti, filùi, traffineri, mattuà, affi – arnesi con i quali i pescatori della Riviera hanno sfidato in ogni tempo le forze della natura per assoggettarle alle loro ragioni di vita – sono oggetti appartenenti ad un mondo in cui non c`è nulla di fittizio: non amuleti ai quali ci si debba affidare per scampare alla negatività dell`esistenza, ma testimonianze di vita che la scrittrice ama cogliere nelle loro ragioni di fondo e nei loro principi costitutivi

Tipologia Libro

Cartaceo

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