(…) Evocando en passant qua e là alcuni dei più importanti parodisti nelle principali lingue, ho tentato di spezzare una piccola lancia in favore della Parodia, tenendo conto che una secolare intensa soprav- vivenza ad alto livello implicitamente prova un dignitoso ruolo e una certa funzione artistico -storico-culturale nella storia delle lettera- ture occidentali, come è confermato dalla emblematica vicina testi- monianza del Poeta Recanatese, il malinconico autore dell’ Appres- samento alla morte, che un umorista certo non era, ma certamente era consapevole che coi Paralipomeni non si sarebbe invischiato affatto in rimerie a livello di poetastri da strapazzo. (…)

(…) E qui mi sovviene di quei miei stravaganti dieci canti con quei poveri “Figli di Troia” (così dovevano intitolarsi), di cui ora dirò subito – senza farla lunga – come per mera casualità mi sia trovato nella curiosa faccenda. (…)

(…) Forse ne sarà contento qualche lettore che potrà adesso immede- simarsi delle essacerbate pene dei disgraziati Troiani non pei magni- loquenti endecasillabi montiani, ma…ridendoci sopra. (…)

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