Le origini della ricorrenza del carnevale a Messina sono certamente remote se non che, gli storici le riconvertono a un tempo meno cospicuo; e fra questi Giuseppe Pitrè si spinse a limitare le origini di una maschera carnevalesca nel ’500 facendola divenire distintiva messinese, nella versione povera della nobile Tuba Jana. Una maschera in realtà tipicamente siciliana celebrata a Palermo come in altri luoghi e città siciliane, ma a Messina si impose una versione diversa, distinguendola dalle altre, e ponendola sotto il patronato degli arrostitori di trippa, tajone e stigghiole.
Raccontare una usualità come quella del carnevale in una città come Messina, in sfregio alla sua storia, e alla sua civiltà limitandola a una mascherata non rende giustizia alle patrie tradizioni. E se per un verso lo studioso palermitano osserva e ricorda la casistica messinese non essere diversa da quella siciliana dei suoi tempi, involontariamente rende questa memoria unica nel suo genere.
La memoria storica del carnevale a Messina passante dalla festa fra le mura del gran Teatro della Munizion e attraverso quella memoria valorizzare una storia perduta.