Nella primavera del 1985 il grande storico dell’arte e critico dell’arte, Federico Zeri, tenne cinque lezioni all’Università Cattolica di Milano sul tema “l’arte di leggere l’arte”, cioè i suoi contenuti, i suoi significati, i suoi messaggi. Da quelle storiche lezioni nacque il volume “Dietro l’immagine Conversazioni sull’arte di leggere l’arte”, a cura di Ludovica Ripa di Meana, edito a Milano da Longanesi nel 1987.

Ecco, questo è quanto si troverà nel presente volume Il Codice Antonello Lettura in chiave esoterica e teologica delle opere del “non humani pictoris”, un libro dove non si parla affatto di pittura, per la quale sono stati versati fiumi d’inchiostro ma, parafrasando Zeri, le sue tavole saranno viste (non guardate) esaminandone il retro non dipinto, appunto “dietro l’immagine”, perché solo così si potranno comprendere i messaggi che ci ha voluto trasmettere.

Ne viene fuori così, in maniera originale e innovativa, un Antonello mistagogo, alchimista, conoscitore del Corano, della geometria mistica, della simbologia arcana, della teologia e dell’esoterismo.

Un uomo in possesso di una cultura sterminata e di conoscenze finora impensate ma neanche immaginate: messaggi criptici, rivelazioni alchemiche, intuizioni teologiche di valore universale, innovazioni simboliche poi imitate senza conoscerne la natura e la forte valenza evocativa, dai pittori che verranno dopo di lui, “una grandezza che spaúra nell’ambito siciliano” come ebbe a scrivere il famoso storico dell’arte Roberto Longhi, e non solo in Sicilia.

Insomma, un Antonello che fu veramente un faro di luce nella sua Messina del Quattrocento e, sempre più, “metafora del mondo”, la cui lezione supera di gran lunga quella di tutti gli artisti protagonisti del Rinascimento italiano.