Dante, l’inevitabile. Così lo chiama, intitolando un suo saggio, il poeta albanese Ismail Kadaré.
Inevitabile per tutti noi, per l’umanità. E a questo sommo Poeta, a questo patrimonio dell’umanità, guarda questo volume di Atti del Convegno Nazionale di Studi Danteschi “Le cose tutte quante hanno ordine tra loro” (Par. I, 103-104), organizzato dal Liceo classico “G. La Farina” di Messina nel 750º anniversario della nascita di Dante Alighieri. Illustri relatori di quel convegno sono stati Edoardo Boncinelli, Matteo Durante, Gianfranco Fioravanti, Luigi Giacobbe, Giuseppe Ledda, Francesco Sabatini, Marco Santagata, Diego Sbacchi, Carmelo Scavuzzo, Carmelina Urso. Insieme ai contributi di questi studiosi, le comunicazioni di Giuseppe Ramires, Rosa Gazzara Siciliano, Giovanni Molonia. Tutti legati dall’«affetto e dall’intelletto» per Dante, per usare un’espressione del Poeta, del quale ognuno di essi ha illuminato un aspetto peculiare, ma sempre relativo al tema lingua, radicato nell’essere umano. Perché Dante è stato il padre della lingua italiana, un veicolo di trasmissione di termini, ha teorizzato l’unità linguistico-politica, è stato il genio irripetibile che ha saputo tenere insieme tutto: scienza e letteratura, etica e politica, fede e verità, realtà e visione, disperazione e speranza, rabbia e amore, poesia e storia della propria poetica, io biografico e io ideale. Parlare di lingua, parlare di Dante- come ripete spesso Francesco Sabatini- è un’occasione da non perdere. Essenziale per la nostra vita di umani. Un tema di comunità inesauribile, come è lo stesso patrimonio dantesco, un magistero, cui siamo debitori, rivolto all’oggi e al futuro, e che contiene poesia, bellezza e memoria.

 

Atti del Convegno Nazionale di Studi Danteschi

Nel 750º Anniversario della nascita di Dante Alighieri

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